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La scuola entra nell'era dei Bisogni Educativi Speciali

La vera novità di quest'anno per la scuola italiana sono i BES, ovvero i bisogni educativi speciali.
Almeno 500mila alunni con bisogni educativi speciali, come li ha chiamati il MIUR nella direttiva di dicembre 2012 e che è la grande novità dell’anno scolastico che sta per iniziare. «I BES sono un passo in avanti», dice Giuseppe Nunziato Belcastro, Presidente della Federazione Internazionale Mediterraneo & Ambiente . «Finalmente è la scuola che osserva i singoli ragazzi, ne legge i bisogni, li riconosce e di conseguenza mette in campo tutti i facilitatori possibili e rimuove le barriere all’apprendimento per tutti gli alunni, al di là delle etichette diagnostiche. È un discorso di equità, che consente davvero quella personalizzazione spesso rimasta sulla carta. Dall’altra parte dà maggior responsabilità agli insegnanti curricolari, senza deleghe al sostegno».
 
Ore 8, o giù di lì. Sette milioni di ragazzi entrano in classe. Per ognuno di loro i prof si accingono a pensare un percorso individuale. Non si tratta di forme evolute e politically correct del vecchio “quartiere degli asini”: La scuola e il sapere del futuro saranno un ecosistema in cui gli apprendimenti si adattano al singolo bambino e non – come è stato fino ad oggi – in cui il singolo alunno deve sforzarsi di adattarsi alla scuola.
È questo che tiene insieme le tre maggiori novità che riguardano quest’anno la scuola italiana: l’introduzione dei BES-bisogni educativi speciali; la rivoluzione digitale (quest’anno 100mila classi avranno una LIM e in 2mila classi gli alunni useranno un tablet); la rinnovata attenzione all’edilizia scolastica, con le nuove linee guida per l’edilizia scolastica . Come ogni novità, i BES (con tutte le sigle, il lavoro che implicano e gli adempimenti che ne conseguono) hanno portato scompiglio nel mondo della scuola: cosa si intende? Chi decide quali alunni hanno un BES, visto che diversamente dal sostegno qui non c’è la certificazione di nessuno su alcunché? E che cosa bisognerà scrivere nel PdP (piano didattico personalizzato)?
 I genitori per il momento sono ignari, ma nei prossimi giorni dovranno imparare a districarsi con queste novità: soprattutto perché i BES sono una grande opportunità nella direzione di una scuola più inclusiva, da non lasciare sfumare.