Il riscaldamento globale crea un circolo vizioso che inciderà sulla disponibilità di risorse essenziali come l’acqua potabile, l’energia e la produzione agricola delle zone più calde, e provocherà l’estinzione di parte della biodiversità del pianeta. Senza un’inversione di tendenza, questo secolo potrebbe essere testimone di cambiamenti climatici inauditi e di una distruzione senza precedenti degli ecosistemi, con gravi conseguenze per tutti noi.
Queste affermazioni, non sono frutto del solito ambientalista, tacciato da prezzolati negazionisti come una cassandra catastrofista, bensì, esse sono contenute nell’ enciclica Laudato Sì di Papa Francesco, il cui nome, è un’emblematica testimonianza della sua straordinaria vicinanza alle problematiche di “sora nostra matre Terra”. Anche la maggior parte dei capi di Stato e di Governo, sembrerebbero essere, almeno apparentemente, sulla stessa lunghezza d’onda del Santo Padre. Infatti più di 190 leader dei paesi del mondo si sono dati appuntamento, a partire da ieri, domenica 29 novembre a Parigi, per la XXI Conferenza delle Parti (COP21) sul cambiamento climatico, la riunione più importante degli ultimi anni per decidere come rallentare – e se possibile fermare – l’aumento della temperatura a livello globale nei prossimi decenni. Ma quest’incontro potrebbe rivelarsi l’ennesima fatica di Sisifo, viste le precedenti esperienze di Copenaghen e Cancun, in cui fu sì concordata una riduzione ulteriore delle emissioni, ma non fu firmato nessun trattato con regole chiare e vincolanti per farlo. Che il surriscaldamento terreste sia divenuto una triste attualità ormai sotto gli occhi di tutti, lo dimostrano le nefaste conseguenze della recente alluvione che ha colpito la provincia di Reggio Calabria. Anche il cambio di terminologia, utilizzata dai metereologi per definire tali fenomeni climatici, ci fa capire l’entità del problema. Infatti negli ultimi anni si è passati, sempre più frequentemente, dalla classificazione di temporale, caratterizzato da intense precipitazioni di durata medio – bassa, in ciclone, con piogge alluvionali che si protraggono per più giorni e su aree sempre più vaste. Ma il comune cittadino cosa potrebbe fare di concreto per cercare di arginare l’ incessante progredire di tale fenomeno? Come prima cosa, dovrebbe prendere coscienza del problema, non demandando ai “grandi” la sua soluzione, così da riuscire successivamente, ad adottare tanti piccoli, grandi accorgimenti, tra i quali cibarsi di alimenti a km 0, acquistare elettrodomestici con l’etichetta “Energy Label”, passare all’energia rinnovabile, ridurre il consumo di elettricità, magari utilizzando lampadine led e utilizzare mezzi pubblici. Sicuramente tra le azioni di più rapida attuazione, anche in considerazione del notevole risparmio economico, ci sarebbe quella di evitare l’utilizzo di acque imbottigliate. Nel recente dossier pubblicato da Legambiente e Altreconomia –“ Acque in bottiglia, un’imbarazzante storia all’italiana”, è emerso che «per soddisfare l’incomprensibile sete di acqua minerale dei cittadini italiani vengono utilizzate oltre 6 miliardi di bottiglie di plastica da 1,5 litri, per un totale di 456mila tonnellate di petrolio utilizzato e oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2 emesse per la loro produzione. Per non parlare del loro trasporto, che quasi sempre avviene su gomma. A questi numeri si deve aggiungere il fatto che ancora oggi solo un terzo delle bottiglie viene avviato a riciclo, mentre i restanti due terzi continuano a finire in discarica, in un inceneritore o dispersi nell’ambiente>>. Per suffragare quest’ultimo punto, basta percorrere dopo una mareggiata i nostri arenili, dov’ è facilmente intuibile, in che percentuale la plastica delle acque imbottigliate sia responsabile dell’inquinamento di mari ed oceani e della minaccia alla catena alimentare dell’ecosistema marino. Essa viene spezzettata dagli agenti atmosferici in particelle micrometriche, o microplastica, ingerita dal plancton e poi diffusa in tutto l’ecosistema marino attraverso gli animali che di esso si nutrono, fino probabilmente, arrivare al vertice della catena alimentare, l’ uomo. A sintesi di tale concetto, è calzante il pensiero del chimico Antoine Lavoisier, per cui in natura nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. L’Osservatorio Ambientale Diritto per la Vita, convinto dell’importanza che l’utilizzo dell’acqua dei rubinetti possa avere per la tutela dell’ambiente e anche per il budget familiare, è impegnato ormai da anni in campagne di sensibilizzazione rivolte, da una parte, ai cittadini, per contrastare la loro diffidenza nei confronti di che effettua i controlli, dall’altra, alle varie Amministrazioni ed Enti, per stimolarli alla trasparenza e divulgazione dei dati di potabilità. Con la campagna “Acqua in piazza”, l’ Associazione ambientalista si è anche voluta spingere oltre, cercando di far tornare la popolazione a riappropriarsi delle fontanine pubbliche, ponendo altresì l’accento sul valore socio-antropologico che quest’azione può determinare. Infatti, in tempi di una socialità ormai contratta nei rapporti stenografati dettati dai social network, è indubbia l’importanza che può avere l’aggregarsi intorno ad una fontanella per rifornirsi di un bene sempre più raro e costantemente sottoposto alla mercè di mire lobbistiche, nonostante il pronunciamento plebiscitario dello scorso referendum. In tale ottica, l’Osservatorio “Diritto per l Vita” insieme al movimento Siderno Libera- Progressisti per l’Unità, avendo ottenuto la massima disponibilità dagli assessorati all’Ambiente e alla Cultura del Comune di Siderno, si radunerà, domenica 13 dicembre in località Canale, per la pulizia delle due fontane monumentali, risalenti l’una al 1696 e l’altra al 1713. Lo scopo, in questa prima fase, sarà quello di ridare il giusto decoro all’intera area, tale da favorire la valorizzazione storico- architettonica dei due siti. In un secondo step, si provvederà al monitoraggio chimico-fisico- batteriologico delle loro acque, e se queste presentassero corretti valori di potabilità, si procederà all’eventuale presentazione di un progetto all’Amministrazione comunale, volto alla ristrutturazione delle due fontane e riapertura dei rubinetti, al fine di ridare al pubblico la possibilità di approvvigionarsi del prezioso liquido. Le altre fontanine al vaglio dell’Osservatorio Ambientale e di Siderno Libera, sono quelle collocate in Via dei Colli, in contrada Garino e in via F. Macrì, ma, qualsiasi pronunciamento è ancora prematuro, in quanto si attendono i risultati di laboratorio, frutto della vasta campagna di screening che, già dal mese ottobre, l’Amministrazione Comunale di Siderno sta portando avanti su tutto il suo territorio.
Natale Amato Fondatore Osservatorio ambientale Diritto per la Vita
MedAmbiente - 13 dicembre in località Canale Siderno - Osservatorio ambientale diritto alla vita: “acqua dei rubinetti per raffreddare il pianeta
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