Al di là dei rischi che tutti conosciamo legati al fatto che, comunque sia, si parla di materiali radioattivi pericolosi e attivi per lunghissimo tempo, puntare economicamente sul nucleare non è un grande investimento. Al momento attuale ci sono più di 442 centrali nel mondo in attività per una potenza totale di oltre 380mila MW. Primo posto agli USA, secondo alla Francia. Il nucleare, dicono gli esperti del settore, è in declino. Molte nazioni stanno disinvestendo. Solo la Finlandia nell'Unione Europea ha in cantiere un nuovo reattore, degli altri paesi nessuno. Questo perché costano, costa costruirle e rispondere a tutti i requisiti di sicurezza, costa la materia prima, costa produrre l'energia, costa proteggere gli impianti da eventuali attacchi terroristici, costa stoccare le scorie e costa smantellarle. Se da noi dicono che non è così è perché ci sono sussidi o perché lo Stato si fa carico delle spese di dismissione degli impianti, negli Stati Uniti dove l'investimento è totalmente privato non ne costruiscono di nuove dal 1970. L'uranio è una risorsa limitata se non più del, petrolio. Quindi si tratta di investire un sacco di soldi per non risolvere il problema e rimandarlo. Il nucleare ci "risolverebbe" in parte il problema delle emissioni di CO2, e si dice che il nucleare ad oggi sia molto sicuro. Non si può negare che questo non sia vero, ma non si può nemmeno negare che ad oggi nessun paese al mondo abbia risolto in modo definitivo e sicuro per le generazioni a venire il problema delle scorie prodotte negli impianti (sono più di 500 mila le tonnellate di rifiuti radioattivi in attesa da qualche parte di stoccaggio definitivo).
Solo che così risolviamo un problema e ne creiamo un altro